L’elefante nella stanza, lol.

Ci siamo calmati? Possiamo parlare adesso?

Alessandra Rigano
3 min readFeb 21, 2021
ho impiegato più tempo a photoshoppare questo meme che a scrivere questo articolo. sono o non sono parte del problema?

Niente recappone di ricostruzione scenario. Scusa, ma se non sai già di cosa sto parlando, probabilmente o non sei un designer o non sei catanese e di questo articolo non te ne fai niente. Puoi serenamente continuare a vivere senza questa opinione. Alla prossima.

Sarò breve: il nuovo brand dell’Università di Catania non piace.
Respinge.

Sarà che succede sempre con il nuovo? Sarà che non abbiamo un campionato di football da vincere? Sarà che un pachiderma incazzato non ha mai messo nessuno a suo agio?

Anche, ma

L’idea che mi sono fatta e che spero offenda qualcuno, con la grafica c’entra ben poco, praticamente niente.
Questa strada l’abbiamo presa milioni di volte con la stessa, proverbiale dinamica narrativa:

Un’istituzione del sud dà commissione a grosso studio del nord → grande segretezza → grande aspettativa da parte della committenza → grande rivelazione del risultato → grande delusione → indinniazione → shit storm → petizioni → richiami al complesso d’inferiorità da ex-regno borbonico → professionisti locali che potevano fare meglio in un’ora e un quarto → disapprovazione ricorsiva → lotta fra poveri → perdita d’interesse → acquisizione del nuovo brand nell’indifferenza generale.

Quindi, Amica Istituzione

Possiamo insieme accettare il fatto che la soluzione per una nuova immagine — non parlo neppure d’identità, che scoperchiamo tombe — non è la grande rivelazione?

esempio becero di grande rivelazione

Se metti tutti dentro una stanza e fai cadere il telo sulla nuova immagine della tua città/università/nazione/comunità stai prima di tutto dicendo una cosa: ho deciso io cosa siamo noi.

Chi sarà mai d’accordo con un messaggio del genere?

Mai sentito parlare di co-progettazione? Significa progettare insieme alle persone che dovrebbero sentirsi rappresentate dal risultato finale.
È un concetto nobile, ma trattiamolo in questo caso con un fine prettamente utilitaristico, senza troppi alti intenti. Tralasciamo per un istante che possa essere la reale soluzione per ottenere davvero un risultato di qualità.

Ci sono ambienti in cui è diventata ormai praticamente retorica.
Co-progettazione è una parola talmente utilizzata che in certi casi ha perso anche il suo significato più nobile. Si può dire che l’Europa ormai non ti dà più fondi se non includi dei processi di co-progettazione nelle tue attività progettuali e sai perché?

Perché hanno capito la grande, paracula verità: per fare in modo che un gruppo di persone accetti un cambiamento, devi almeno dargli l’impressione che l’idea sia anche un po’ loro. Fargli assumere la novità in piccole dosi.

Altrimenti la narrativa rimarrà sempre la stessa, amica istituzione.
Una sorpresa, per qualcuno che odia le sorprese è a priori una pessima sorpresa.

una pessima sorpresa

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Alessandra Rigano

prof at Abadir, creative director at Suq.Magazine, one of AVAJA, cat feeder, good girl.